Ryobi Varius DB3000

Nel campo dei piccoli rotanti “round baitcasting” pochissimi sanno che la Ryobi negli anni dal 1996 al 2000 aveva realizzato dei modelli che allora erano davvero rivoluzionari, come la serie Varius 200 e Varius 300, assai simili anche se non uguali alla linea dei Calcutta Shimano 100 e 200. Questi rotanti allora rappresentavano un vero must Japan made, realizzati senza badare a spese con componenti in titanio, controllo centrifugo nella serie F o magnetico in quella M, ci fu anche una serie limitata la “Spectra” che aveva le guance laterali rifinite con un procedimento ai vapori di ION che ne rendeva la superfice iridescente e che allora erano i primi rotanti a riportare all’esterno il controllo del freno centrifugo.Ma costavano allora oltre le 700.000 vecchie lirette di un tempo, tanto per inquadrarne brevemente la classe e commercialmente non riuscirono ovviamente a diventare un prodotto di massa, tanto che la loro produzione fu sospesa.Questo nuovo Ryobi Varius DB 300 , presentato qualche anno fa, ne mantiene intatto il progetto di base meccanico che è praticamente lo stesso, come ho potuto appurare da un confronto diretto affiancando lo spaccato tecnico con il disegno esploso di entrambi i modelli, e in più offre una diversa anodizzazione della bobina e in optionals la “power handle” una manopola maggiorata che è davvero utile nella pesca dalla barca. Come il suo predecessore, anche il Varius DB 300 è costruito interamente in metallo, con il telaio monoblocco ottenuto da pressofusione di alluminio e successiva tornitura, le due guance laterali realizzate in titanio, la bobina è forgiata a freddo in duralluminio ed alleggerita condei fori, è in acciaio inox invece il piede di attacco alla canna e il level wind, il guidafilo con ceramica interna in SIC (Silicone Carbide) e la manovella con il peso equilibratore, il meccanismo di sblocco della bobina azionato da una leva anche questa completamente in alluminio pieno. Sono 5 i cuscinetti a sfera + 1 cuscinetto monodirezionale che garantisce l’antiritorno infinito. La meccanica è concentrata sulla guancia dx ed è costituita da una ruota dentata principale più il sistema di trasmissione e di sincronizzazione del guidafilo, il blocco frizione con i dischi in Carbonite, all’esterno c’ è la ghiera a stella per la regolazione della tensione della stessa e la ghiera di regolazione del gioco laterale della bobina, un sostanziale freno meccanico che agisce sullo spunto iniziale del lancio. Sulla guancia sxabbiamo invece il telaio che contiene la ghiera di di controllo dei giri della bobina, con dei magneti che agiscono sul bordo della bobina appunto avvicinandosi o allontanandosi tramite questa ghiera esterna graduata micrometricamente nei valori da zero a max e che interviene invece nell’ultima parte dellancio, quando ormai la spinta iniziale si è esaurita ed occorre agire con maggior gradualità sulla bobina per frenarne e prevenire l’over running. Pur essendo realizzato in metallo e leghe speciali il Varius DB300 grazie alle sue dimensioni contenute, sta comodamente nel palmo di una mano, è ancora abbastanza leggero con i suoi 275 grammi. Il designè arrotondato come si conviene appunto ad un “round baitcasting”. Da segnalare la leva per il rilascio del free spool realizzata in alluminio pieno, le guance laterali in titanio, la doppia manovella in dotazione, che prevede appunto anche la “power Handle” dall’impugnatura comoda ed efficace utilissima per inchiku ad alte profondità, e infine il piede d’attacco alla canna posto in posizione ribassata per consentire un migliore allineamento del filo con la linea degli anelli guidafilo. Il rapporto di recupero è di 5.8:1 e la capacità della minuscola bobina è di circa 250 mt di PE 0.8 o alternativamente 180 mt di PE 1.5. mentre il drag max della frizione è di 5 Kg. più che adeguato alla classe ed al possibile utilizzo di questo rotantino.

VALUTAZIONI FINALI

Piccolo e compatto quindi per abbinarsi perfettamente alle canne da light jigging, kabura in testa con possibile utilizzo con inchiku sino a 80-100gr, ma dal corpo robusto e dalla meccanica affidabile per un uso anche prolungato nel tempo e piuttosto gravoso. Il level wind, il guidafilo, durante il rilascio del filo non è sincronizzato, perché questa caratteristica ne avrebbe pregiudicato le distanze di lancio, basterà posizionarlo al centro della bobina prima di sbloccare la stessa per ridurre così l’angolo di uscita del filo che comunque non è mai elevato grazie alla ristretta ampiezza della bobina. Grazie alle dimensioni si impugna perfettamente con la mano sinistra assieme alla canna, evitando così la fastidiosa rotazione del fusto durante il recupero, quando si agisce sulla manovella provocando una alterazione dell’equilibrio del complesso canna mulinello, è infattidisponibile solo con la manovella a dx. La regolazione della frizione è agevole e semplice, facilitata dagli scatti micrometrici della leva a stella che si può azionare senza togliere la mano dalla manovella, e la sua risposta è graduale ed uniforme. Il doppio controllo della rotazione della bobina durante il lancio ne tradisce l’impostazione predominante di mulinello nato per il “casting” e ci torna utilissima quando dalla barca doppiamo lanciare sopravento per anticipare lo scarroccio e consentire una certa verticalità a kabura ed inchiku. Un attrezzo leggero ma ben realizzato da dedicare alla pesca light senza la pretesa di volerci tirare fuori il “tonno” insomma, anche se a inchiku qualche volta capita, e che ha bisogno di una manutenzione ordinaria frequente per mantenerne al meglio tutte le caratteristiche di fluidità e scorrevolezza. Nota positiva infine il prezzo, non del tutto economico ma decisamente adeguato.